Il tonno del Mediterraneo: il “divario” si allarga
141 percento in più di tonno rosso dell'Atlantico commercializzato rispetto a quello autorizzato alla cattura
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Una nuova analisi commissionata dal Pew Environment Group rileva che, nel 2010, la quantità di tonno rosso dell'Atlantico orientale commercializzato sul mercato globale ha superato la quota ufficiale del 141 per cento. Due anni prima la quantità messa sul mercato aveva superato la quota del 31 per cento. Queste cifre non tengono conto del tonno rosso del "mercato nero" che non compare nelle banche dati ufficiali.
Questa analisi evidenzia il divario tra la quota di tonno rosso dell'Atlantico autorizzata alla cattura nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico orientale e la quantità negoziata sul mercato internazionale negli anni 1998-2010.
Nel 2008, in risposta alla diminuzione delle popolazioni di tonno rosso nel Mediterraneo, i governi membro della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell'Atlantico (ICCAT), l'organizzazione responsabile della gestione dei tonni e di specie affini nell'Atlantico e nel Mediterraneo, hanno adottato un rafforzamento della legge e delle regole per il commercio. Tra queste, limiti di cattura più bassi e un sistema cartaceo di documentazione che registra con maggiore precisione la quantità di tonno rosso catturata e commercializzata. La suddetta nuova analisi mostra chiaramente che, nonostante questi sforzi, permangono notevoli problemi con la pesca illegale e non dichiarata.
Alla luce dei risultati dell'analisi, il Pew Environment Group invita i governi membro dell'ICCAT a prendere immediati provvedimenti nel corso del loro incontro annuale nel prossimo mese di novembre. In particolare, il Pew chiede di migliorare la conformità alle quote di cattura del tonno rosso assicurando, per la stagione di pesca 2012, un sistema di documentazione elettronica.
"La documentazione cartacea delle catture del tonno rosso è facilmente soggetta a frode e disinformazione", ha dichiarato Remi Parmentier, consigliere del Pew Environment Group per la conservazione del tonno rosso dell'Atlantico. “ Un sistema elettronico fornirebbe informazioni più accurate che possono essere facilmente condivise e che permettono controlli incrociati immediati. Tale programma dovrebbe anche includere un codice a barre visibile per ogni tonno rosso, che potrebbe essere facilmente gestito e non comporterebbe dei costi proibitivi. Questo permetterebbe al pesce di essere rintracciato dal mare al piatto ".
La maggior parte del tonno rosso catturato nel Mediterraneo è destinata alle “gabbie di allevamento”. I tonni rossi giovani che devono ancora riprodursi vengono catturati e trasferiti in queste reti, dove saranno messi all'ingrasso per mesi e alcune volte per anni, prima di essere uccisi e venduti sul mercato globale. Il programma di documentazione elettronica aiuterebbe a tracciare la quantità di pesce negli allevamenti.
“Gli allevamenti nel Mediterraneo rendono eccessivamente difficile tracciare il numero di tonni rossi catturati”, ha detto Roberto Mielgo Bregazzi, l'autore dell'analisi, esperto sul commercio del tonno rosso. “Questi allevamenti che ingrassano I tonni rossi sono parte integrante del problema relativo alla sottostima e alla mancata denuncia di pesce catturato.”
Note agli editori:
Per vedere un nuovo grafico interattivo che illustra i problemi del commercio globale del tonno rosso e la sua catena di distribuzione, vai alla pagina www.PewEnvironment.org/Tuna.
Il prossimo meeting annuale dell'ICCAT si terrà ad Istambul dall'11 al 19 novembre 2011.
L'utilizzo di attrezzi da pesca illegali, come le reti da posta derivanti, creano problemi anche alla pesca del tonno rosso. Le navi da pesca italiane in particolare, continuano a violare la normativa che limita l'uso di reti da posta derivanti. Gran parte del tonno rosso catturato da queste reti illegali spesso finisce sul mercato europeo, e non solo europeo, a causa della scarsa applicazione delle norme e dei documenti di cattura falsi o inesistenti. Il 29 settembre scorso, l'Unione Europea ha annunciato azioni legali contro l'Italia per la sua persistente incapacità a rispettare la normativa sulle reti derivanti. Il Pew Environment Group esorta i Paesi membri dell'ICCAT ad agire nei confronti degli operatori che non osservano le norme, inserendoli nella lista nera dell'ICCAT, ed esponendoli così a delle sanzioni.
Anche se la dimensione reale del commercio della pesca illegale è difficile da accertare, una stima recente degli Stati Uniti ha calcolato il costo globale di tutta la pesca illegale, non regolamentata e non dichiarata in $ 23 miliardi. Il 7 settembre 2011, l'UE e gli Stati Uniti hanno annunciato una collaborazione più stretta per combattere la pesca illegale.