Squalo elefante ucciso in Sicilia

Marevivo ribadisce l’urgenza di una piano d’azione nazionale per la tutela degli squali

Squalo elefante ucciso in Sicilia

Roma – Ieri pomeriggio è stato ritrovato uno squalo elefante adulto, morto per soffocamento, intrappolato nella rete di un pescatore, a meno di un miglio dalla costa tra Trabia e la frazione marinara di San Nicola l'Arena nel Palermitano. Questo ormai raro esemplare di squalo, innocuo per l’uomo, è rimasto intrappolato in un tramaglio, rete da posta composta da 3 pezzi, tipico strumento della pesca artigianale che si utilizza entro poche miglia dalla costa.

Si tratta di uno squalo Cetorino (Cetarhius maximus), un maschio di circa quattro tonnellate e lungo 6.95 m. Questa specie rappresenta il più grande pesce dei nostri mari, un gigante buono che nonostante la mole e i frequenti avvistamenti riserva ancora molte incognite. Si nutre di plancton, può arrivare a misurare 9-10 metri e d’inverno si perdono le sue tracce, non si conoscono, infatti, le sue abitudini ecologiche. Si sa che vive in mare aperto e nelle acque costiere, cui si avvicina spesso, frequentando anche baie e foci dei fiumi; compie lunghe migrazioni stagionali per la ricerca di plancton.

Lo squalo elefante rappresenta oggi una  delle specie marine più minacciate nel Mediterraneo. Infatti, queste specie sono state inserite nella Lista Rossa delle specie a rischio della IUCN (International Union for Conservation of Nature). 

“L’anomalia di questo ritrovamento è rappresentata soprattutto dal fatto che lo squalo si trovasse nella stagione invernale così vicino alle coste, quando invece la sua presenza si registra soprattutto in primavera. Tale anomalia è probabilmente una conseguenza degli effetti imprevedibili che i cambiamenti climatici possono avere sugli ecosistemi marini” ha dichiarato il prof. Franco Andaloro, membro del Comitato Scientifico di Marevivo e Dirigente di Ricerca dell’ICRAM.  

Marevivo e Shark Alliance già da tempo affermano l’importanza degli squali negli ecosistemi marini, sostiene Rosalba Giugni, presidente di Marevivo, ciò che è accaduto ci impone di ribadire ancora una volta l’assoluta urgenza di adottare un piano d’azione nazionale ed europeo per la protezione degli squali, che garantisca adeguate misure di conservazione e tutela di queste specie.”